Pietre preziose, pietre dure o gemme: qual è la differenza?
Spesso in gioielleria ed oreficeria sentiamo parlare indistintamente di pietre preziose (o semipreziose), pietre dure e gemme. Qual è però la differenza tra queste tre categorie? Come si fa a riconoscere una pietra dura da una gemma, o una pietra preziosa da un’altra semipreziosa? Leggi di seguito: te lo spieghiamo qui, in questo articolo.
Pietre preziose o semipreziose: come distinguerle
Le pietre preziose sono quelle che comunemente conosciamo come diamanti, smeraldi, rubini, zaffiri. Queste pietre si distinguono da quelle definite “semipreziose” in quanto si classificano come più pregiate. Tutte le altre, perciò, vanno sotto la categoria di semipreziose, appunto. Tra le pietre semipreziose più conosciute ricordiamo l’acquamarina, l’ametista, il quarzo citrino, il topazio, lo zircone, ed altre. Oltre che per il valore della pietra in sé, va detto, la distinzione può essere effettuata anche per la qualità e per come essa venga trattata. Una radice di rubino, ad esempio, o una pietra di smeraldo in stato grezzo possono valere di meno rispetto ad un ametista o un’acquamarina molto sfaccettate e trasparenti.
Le gemme: cosa sono e qual è la loro definizione
In mineralogia nella categoria delle gemme possiamo ritrovare le varietà di minerali, rocce, o prodotti di origine animale o vegetale che posseggano determinate caratteristiche. Tali caratteristiche hanno a che fare con la possibilità di essere tagliate e lucidate e lavorate per far sì che il loro valore e la loro bellezza crescano. Non a caso nelle creazioni di gioielleria le gemme trovano un posto di tutto rilievo, accanto alle pietre preziose. Altri importanti fattori da considerare nella definizione di gemme sono quelli che classificano la rarità, la provenienza e la qualità. Le gemme preziose sono le gemme più belle e di qualità più alta, e che si differenziano dalle pietre preziose. Tra queste possiamo senz’altro inserire l’ambra (una resina), le perle (nate dalla secrezione di un mollusco), il corallo (sedimenti vegetali e animali), l’avorio, la madreperla, la corniola (con la quale vengono realizzati molti importanti camei).
Le pietre dure: dai marmi ai gioielli, così le riconosci
Qualche parola, infine, per definire la categoria delle pietre dure. Qualche decennio fa all’interno della macro area delle pietre dure venivano inseriti solo i materiali come il marmo, il porfido, il granito, oppure le pietre che servivano per realizzare mosaici: diaspro, onice, agata, pietra di luna, etc. Successivamente il concetto di pietra dura si è esteso anche alla gioielleria, per indicare delle pietre che non sono né pietre preziose né gemme preziose, ma vicine alle pietre semipreziose. In realtà nell’insieme di pietre dure possiamo inserire sia le pietre preziose che le semipreziose. La differenza la fa solo il grado di lucentezza, di lavorazione e di rarità. In questo modo esistono turchesi e coralli e ametisti che possono valere anche più di un rubino. Nel concetto comune, ad ogni modo, le pietre dure vengono associate a quelle opache o non trasparenti: onice, giada ed opale potrebbero essere degli esempi lampanti.
La dottoressa Stefania Szulin, laureata in gemmologia, saprà aiutarvi nella scelta della gemma più indicata per un regalo o un occasione speciale.